Archivio per ottobre 8th, 2009

Ronaldinho è un ex giocatore, o perlomeno un ex campione. Questo il grande scoop dell’Equipe, anzi della prestigiosa (in realtà abbiamo conosciuto suoi inviati di livello agghiacciante) Equipe che tutti riprenderanno. Scoop basato su una serata parigina (domenica, dopo la partita con l’Atalanta in cui il brasiliano ha segnato il gol del pareggio) che ha visto il brasiliano come suonatore di bongo nell’ambito di una festa a cui aveva partecipato insieme a Seedorf. E vai con i ritagli d’archivio, le notti catalane, eccetera. Tutto vero: altrimenti il Barcellona non lo avrebbe mai regalato, al di là dell’ingaggio da quasi 20 milioni lordi annui risparmiato. La cosa simpaticamente vomitevole è che senza bisogno di gossip, perchè Ronaldinho se vuole può suonare il bongo tutte le notti, queste cose si potevano scrivere già al momento della presentazione un anno e rotti fa. Ma a vendere sono le vittorie e soprattutto la speranza di vittorie: non vorremo essere licenziati?

Complimenti a Cristiano Lucarelli, che ha messo faccia e soldi (un milione e 600 mila euro) in un progetto in cui credeva piuttosto che in due appartamenti e un Suv. E adesso subirà magari le ironie di qualche giornale che in questo momento sta godendo. Nonostante anche per lui il fallimento sia vicino…(L’articolo del Corriere della Sera)

di Stefano Olivari
Valutando le operazioni di mercato e sognando nuove leghe (ultima idea quella inglese con i marchi della Premier League) si perde spesso di vista una realtà amara ma ben nota a chi opera nel basket, a qualsiasi livello: a parte poche eccezioni, in Europa questo sport viene gestito in perdita strutturale. Anche senza fare le pulci all’Olympiacos (oltre al già presente Childress, Wafer e Kleiza sono due colpi incredibili), a provarlo è il fatto che i diritti di partecipazione ai vari campionati costino ormai pochissimo, per chi voglia evitare la trafila delle promozioni: la scorsa estate un intermediario offriva il diritto di una squadra di LegaDue a meno di 300mila, ma dopo vari incontri (uno anche con nostri conoscenti alla lontanissima) non si è trovato il compratore. Questa squadra non ha così cambiato sede e ha già iniziato il nuovo torneo, fra l’altro con un roster più che discreto. 300mila euro sono una grossa cifra per noi, ma il dentista della situazone potrebbe tirarli fuori in pochi minuti. Il vero problema sono i costi del personale: in A Dilettanti (traduzione: serie C) un budget da promozione è nell’ordine del milione e mezzo, a fronte di incassi totali che non coprono nemmeno un terzo della cifra. Ultimo esempio fatto su casi che conosciamo direttamente, in serie C regionale (traduzione: il sesto livello, sotto la C nazionale e sopra la serie D): qui un giocatore che faccia la differenza va pagato un millino al mese e può, paradosso, essere tranquillamente extracomunitario perché questo è il più ‘alto’ dei tornei dilettantistici e i mille euro vengono corrisposti sottoforma non di stipendio ma di rimborso spese (per non dire in nero). Dove vogliamo arrivare? A dire che solo un’autotassazione su base locale può garantire continuità a questo sport, ma anche a tutti gli altri diversi dal calcio. Il resto è attesa fremente del megalomane o del riciclatore, senza alcun progetto e quindi possibilità di creare attaccamento e identificazione. Ci sembra un problema più grave di un americano, per quanto con passaporto bulgaro o bosniaco (l’ultimo grido), in più o in meno.

Il cliente non ha sempre ragione, come vuole il luogo comune, anzi ha le stesse probabilità del venditore di essere un idiota o un farabutto. Per questo il fascicolo aperto dalla Procura federale su Rolando Bianchi è ridicolo, anche se mascherato dalla formula ‘atto dovuto’. L’attaccante del Torino, dopo aver segnato il gol del pareggio con l’Ancona lunedì sera, aveva scavalcato per rispondere ad un tifoso che lo aveva insultato in maniera particolare per tutta la partita (ed essendoci in B due gatti, contro i quattro della A, in campo le parole si sentono meglio di quanto si creda), e adesso verrà chiamato a rispondere del suo comportamento. Va detto che non rischia la sedia elettrica: in casi analoghi al massimo si è pagata una multa, paragonabile come entità ad una serata al ristorante in cui Bianchi paghi il conto per tutti (ipotesi assurda, i calciatori non pagano mai). Il peggio è stato l’atteggiamento del Torino, che ha dato un buffetto a Bianchi e addirittura, per bocca di Colantuono, si è scusato con l’insultatore: ”Invitiamo quel tifoso a un nostro allenamento. Se vorrà potrà stare a bordo campo, seduto in panchina e alla fine ci chiariremo e ci stringeremo la mano”. La morale di Esopo, o del copione Fedro: insultate i vostri campioni, vedrete che vi stringeranno la mano.