Un passo verso il calcetto

1. Stiamo raccogliendo tutti un po’ di argomenti pseudo-calcistici da calare durante le tre settimane di nulla, alla faccia dell’entertainment per famiglie, soprattutto per sfuggire alle classifiche sui campioni simbolo del 2008 ed alle previsioni sul 2009. Marcello, che anno sarà? Fabio, le tue pagelle alla serie A. Arrigo, chi gioca meglio? Fra questi argomenti ci sarà di sicuro l’imminente naturalizzazione di Amauri, grazie alla moglie-manager Cynthia, che permetterebbe a Lippi (sempre che non lo faccia Dunga) di convocarlo per l’Italia-Brasile del 10 febbraio a Londra. Vale lo stesso discorso strafatto per Camoranesi: la legalità è una cosa, l’identità un’altra. Amauri sarà un cittadino italiano e dal punto di vista del tesseramento anche un calciatore italiano, ma potendo scegliere preferirebbe giustamente tutta la vita giocare nel suo Brasile così come Camoranesi avrebbe preferito essere a suo tempo preso in considerazione dall’Argentina. Lippi è in mezzo al guado, perché a suo tempo Camoranesi italiano se lo era trovato già servito, Abete è di legno. Speriamo di non arrivare ai livelli dell’indecente nazionale azzurra di calcio a cinque del recente Mondiale: dodici su dodici nati in Brasile. Poi siamo, anzi sono, arrivati terzi disputando un torneo straordinario che non si può ridurre all’autogol di Foglia nelle semifinale con la Spagna, ma a chi importa?
2. Ai lettori più attenti di Tuttosport non sarà sfuggita la recente linea del giornale riguardo all’architrave della sua esistenza, cioé la Juventus (con tutto il rispetto per il Torino). Nostra sintesi brutale: Ranieri è uno che pensa troppo in piccolo, Cobolli si presenta bene ma quelli di Moggi erano bei tempi, i calciatori hanno offerte pazzesche da tutto il mondo (oggi il turno di Chiellini concupito da Wenger) però sono attaccati alla maglia, ma soprattutto Del Piero è una divinità come potrebbe esserlo Totti a Roma. Un culto della personalità martellante, nato ben prima della resurrezione atletica del giocatore, che a Torino non era stato riservato nemmeno a Michel Platini. Addirittura anche gli articoli su altri giocatori sono redatti in chiave Alex: ‘Del Piero incorona Marchisio’, ‘Del Piero aspetta Buffon’, eccetera. Ognuno ha le sue opinioni, soprattutto sul calcio, ma ci fa impazzire che l’oggetto del lavoro giornalistico sia non troppo indirettamente il datore di lavoro di chi scrive di lui: per esempio domani esce allegato alla Marrone ‘Effetto Del Piero’, dvd ufficiale (c’è scritto ‘firmato Del Piero’) del campione in cui Del Piero spiega i trucchi delle sue punizioni, commenta i gol più belli e le partite più importanti della Juve. Nessun moralismo, perché il giornalismo sportivo è un sottogenere dell’intrattenimento e perché in ambiti più pesanti (la finanza, per dirne uno), collaborazioni e marchette varie possono rovinare le famiglie più di quanto possa fare un modesto dvd. Nessun moralismo ma solo la sottolineatura che i media non finanziati direttamente dal prezzo di copertina sono per definizione non credibili.
3. A proposito di non credibilità, parliamo della mitica diffusione. Domenica a Inter-Chievo sembrava che ci fossero più Gazzette dello Sport che spettatori: la pubblicità, sempre meno, si vende anche in base a questi dati fasulli. Dove vogliamo arrivare? Alla solita conclusione: un quotidiano davvero indipendente dovrebbe costare 3 euro, ma forse non esistono abbastanza lettori a cui freghi di pagare il triplo per avere un quotidiano indipendente.
4. Guasti dell’oligopolio, stiamo parlando della Snai. L’episodio segnalato da Franco Rossi, cioé il rifiuto di accettare puntate superiori ai 50 euro sullo Sporting Lisbona vincitore della Champions League, non è purtroppo una novità anche in un calcio teoricamente pulito e significa fondamentalmente due cose. La prima: alla Snai non sanno allibrare, cioè cambiare le quote in funzione dei volumi: il fatto che relativamente pochi abbiano puntato su Chelsea, Inter, Barcellona, eccetera, significa che le quote non sono state considerate decenti dal mercato. La seconda: alla Snai possono permettersi questi comportamenti in un paese in cui lo scommettitore medio (quello che discetta di terreno pesante e che dice al vicino di vincere sempre) gioca ancora in agenzia ed usa il web solo per informarsi. Saranno spazzati via fra poco, per fortuna.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it
(appuntamento a domani, verso le 14)

  1. Dane

    Clinter, perfetto: più efficace e risolutivo di Ronaldo e Van Basten messi assieme!…”SOTTOinsieme di culture regionali” è più che eloquente, io avevo lasciato intendere un “insieme di SOTTOculture regionali” ma spostando l’ordine dei fattori… 😉

  2. clinter

    Non per contraddire compare Jeremy, ma a me questa tenzone dialettica è piaciuta, nei contenuti e nella forma. Essendo un mezzosangue calabro-emiliano nato a Milano, che vive a cavallo fra Sardegna e Lombardia, vorrei dire brevemente la mia. Sintetizzerei dicendo che un sottoinsieme di culture regionali, contaminandosi, contribuiscono ad un insieme culturale più ampio, che però ha senso solo se considerato da un’ottica esterna.Certo è che, se parli la stessa lingua, vedi la stessa televisione, hai gli stessi problemi socio-politici, partecipi allo stesso campionato, una qualche sorta di identità nazionale viene a concretizzarsi, pur restando in essere profonde differenze fra pedemontani e mediterranei. Ciò detto, per me, Amauri è brasiliano e Camoranesi argentino, che giochino nella nazionale italiana è un artificio, non scandaloso, ma un artificio.

  3. Dane

    Dag, ho fatto il massimo sforzo possibile per comprender le tue ragioni! L’esempio dei calciatori sudamericani che si trovano bene al sud è infatti centrata e la condivido, ma a parte il fatto che parte (parte…) della cultura sudamericana è di origine italiana (si guardi la cucina argentina o del sud del Brasile), mi è venuto in mente il caso Maradona: che adorava Napoli anche perchè alle 4 del mattino poteva scender per strada a mangiarsi un chorizo. Cosa impensabile a Torino o Milano fino a 15 anni fa.Ma al di là di questo, la nazionalità è un’affresco “grande” che non può esser discusso prendendo come prova sfumature di colore “piccole”. E visto il tuo background da globetrotter, anch’io mi chiedo come tu possa soffermarti sulle singole pennellate senza esaminare lo stile generale dell’intero affresco.Vabbè pazienza, per te Amauri “è uno di noi”, per me no. Prosit…

  4. dag_nasty

    vabbè allora chiudamoli qui (in regime di semi-pace)… però Dane ammetterai che discutere con te è tutt’altro che facile, perchè dai l’impressione di non fare il minimo sforzo per comprendere le posizioni altrui (attenzione: non di condividerle, ci mancherebbe). Per carità, mica sei tenuto a farlo, però il clima di queste discussioni ne trarrebbe giovamento a mio avviso.

  5. Dane

    "Fai solo figuracce" non è un offesa ma semmai una premura, per il resto se cancelli secoli di idioma, letteratura, usi&costumi, abitudini, arte e tradizioni abbinando Scampia a Fuertaleza solo perchè in tutti e due i posti i bambini girano con la pistola, ti qualifichi da solo.Il boscaiolo dell'Alaska è certamente diverso dal coltivatore di cotone del Missisippi, esattamente come il portuale di Marsiglia è diverso dall'intagliatore di legno bretone, eppure riconoscono l'identità nazionale comune. Nessuno stato appena un po' esteso può essere perfettamente omogeneo, ma di certo ha una radice comune che è diverso dai paesi oltrefrontiera.La pensi diversamente?! Va bene, allora ritiro tutto, ho detto un sacco di cazzate. Tenetevi Amauri e Camoranesi, che sicuramente hanno deciso di sposare la maglia azzurra per il richiamo irresistibile del Dolce Stil Novo…

  6. dag_nasty

    “rozzi ignoranti leghisti ottusi…fai solo figuracce, non sai quello dici, dici cose senza senso ecc. ecc.” solo quelle che ricordo. E tutta una serie di affermazioni sarcastiche che avevano come unico scopo quello di offendere (elmo con le corna, mangiacazzöla, ecc.).Sì lo so, tu dirai “ma erano solo battute”. Però non credo che si possa sempre usare l’offesa come strumento comunicativo per poi dire “sono solo battute!”.Perlomeno questa è l’idea (sbalgliata probabilmente) che ho di educazione e di rispetto.

  7. Dane

    @dag: "In senso antropologico cultura significa anche: "Sistemi di norme e di credenze esplicite, elaborati in modi più o meno formalizzati." oppure "costumi e abitudini acquisite da esseri umani per il semplice fatto di vivere in determinate comunità, comprese quindi le azioni ordinarie della vita quotidiana."Ho parlato di usi&costumi prima di te, appunto: Novara e Napoli sono rami dello stesso tronco, il Brasile è un albero a parte. Poi magari i due alberi appartengono alla stessa foresta di conifere (quella latina) ma restano sempre due alberi diversi.Dove sta l'insulto?!…

  8. jeremy

    Credo, senza peccare di presunzione, di farmi carico del sentire comune con l’affermazione che postero di seguito: Che do ball, ragazzi!!!

  9. dag_nasty

    Pur non abbassandomi all’insulto volgare come stai facendo da diversi post, vorrei puntualizzare alcune cose: la cultura non è solo l’arte o la letteratura e o altre nobilissime cose riguardo alle quali io sono un grandissimo ignorante (lo ammetto tranquillamente).In senso antropologico cultura significa anche: “Sistemi di norme e di credenze esplicite, elaborati in modi più o meno formalizzati.” oppure “costumi e abitudini acquisite da esseri umani per il semplice fatto di vivere in determinate comunità, comprese quindi le azioni ordinarie della vita quotidiana.”Ma sicuramente l’avrà scritto qualche ignorante che non conosce Donizzetti e Caravaggio (tra l’altro vantarsi in quel modo…”io sono erudito e voi no!” mi sembra una caduta di stile macroscopica, ma vabbè…In ogni caso si capiva benissimo cosa intendessi, l’hanno capito tutti tranne tu.Non credo di essere l’unico in Italia a pensare che viaggiando dalle Alpi fino in Sicilia si trovino mentalità differenti: credo sia normale, considerando la storia che l’Italia ha avuto.Io poi solitamente mi sforzo di comprendere quelle che a me appaiono (magari sbagliando pure) mentalità o culture -in senso antropoligico- differenti. Non mi permetto di disprezzarle, cerco semplicemente di capire il perchè o il percome io percepisco la tal cosa in un modo e magari in un’altra regione questa percezione (ovvio si generalizza) è un po’ diversa. Ti posso parlare di percezioni sulla significato di famiglia, di stato, di norme civiche, di ospitalità, di approccio verso il prossimo, di tipologie di aggregazione, di manifestazione della propria emotività…ecc. tutte cose che io chiamo “aspetti culurali” (ma possiamo anche metterci daccordo su un altro termine se lo reputi improprio) e che, mi sembra, offrano un ventaglio abbastanza ampio nella penisola italiaca o che perlomeno non siano identiche ovunque.D’altra parte il fatto di essere andato a vivere e lavorare all’estero mi ha fatto riflettere non poco su questi aspetti socio-culturali e immodestamente posso dire di aver sviluppato una certa capacità di analisi, vivendo in un luogo che è sorprendentemente uno strano crocevia di etnie, religioni e nazionalità diverse.Il mio accettare di buon grado Amauri in nazionale andrebbe letto anche come un’apertura verso una popolazione comunque latina (quella brasiliana) che non vedo ad anni luce di distanza (sempre in senso socio-antropologico) da quella mediterranea. Numerosi infatti sono i calciatori sudamericani che dicono di trovarsi praticamente a casa nelle città del sud (fatta la tara sulla ruffianeria, ovvio), mentre nelle fredde città del nordo il discorso cambia.Ecco questo è ciò che penso, credo di averti dato parecchio materiale per proseguire la sequenza di insulti verso di me (o altri uenti), cosa che non mancherai di fare, ne sono certo.

  10. Dane

    @Angius: 1) ""Se sto sbagliando" era riferito all'aver capito o meno cosa intendesse dire Dag."Mi riferivo a quello anch'io: Dag parlava di "identità nazionale", tu mi hai tirato fuori beghe da Don Camillo&Peppone (che cambiano da Novara a Napoli, ma anche da Roma a Ostia: vogliamo darci "un'identità" tornando alle città stato come nell'antica Grecia?!…).2) Non è questione di ignoranza, ma di capire di cosa si parla: l'identità nazionale e culturale di un paese è dato da storia, letteratura, arte, usi e costumi comuni formatisi nel corso dei secoli. Dante Alighieri e Giuseppe Verdi compongono il bagaglio culturale dei novaresi come dei napoletani, e per questi motivi si è deciso un secolo e mezzo fa di unificare una certa "mera espressione geografica".Poi certo, per l'essere abituati ad esser sempre divisi, a dover servire un padrone o quell'altro e conseguentemente essendo costretti a pensare principalmente a sè stessi e a portare a casa la pagnotta, gli italiani conservano una mentalità individualista e faticano ad essere patrioti.Ma per quanto ogni ramo vada verso la propria direzione, è sempre lo stesso tronco a cui porta clorofilla per la fotosintesi.Se questo a te e Dag non piace ce ne faremo una ragione, se invece la cosa vi è semplicemente oscura vi consiglio di uscire dal paesello per capire cosa signfica conservare radici comuni pur nella propria diversità…

  11. Angius63

    @Dane: ” Se sto sbagliando” era riferito all’aver capito o meno cosa intendesse dire Dag.Sei sicuro di non essere un politico? Sei molto bravo a giocare con le parole, a fare interventi del tipo so tutto io, (vedi “lezione sugli elmi con le corna”) ed a dare degli ignoranti agli altri. Per favore non rispondermi “quando ti avrei dato dell’ignorante”, basta leggere il punto 2) del tuo ultimo post.

  12. Dane

    @Angius: 1) Puoi benissimo dire la tua, ma l’incipit del tuo post era “non voglio rispondere per Dag, ma credo di capire cosa intenda per diversa mentalità. Se poi sto sbagliando ti avrò comunque detto cosa intendo io”Hai ragione: stai sbagliando…2) Sì, è vero: la colpa è soprattutto mia, che sto qua a parlar di cultura italiana scomodando Caravaggio e Donizetti a chi mi parla dell’idraulico del paese… p.s.: ottimo cartone animato, ma mi dai il destro per sfatare un’altra leggenda infondata: i vichinghi non hanno mai avuto elmi con le corna, che appartengono invece ai celti e che l’ignoranza delle popolazioni mediterranee ha poi attribuito a tutte le popolazioni nordiche…

  13. Angius63

    Infatti mi sono inserito (per dire la MIA, o non posso?) quando è apparsa la parola mentalità che per me continua ad avere un significato diverso da identità culturale o nazionale. Ma, davvero, basta perchè come dici tu “State facendo di un mucchietto di sabbia una montagna”. Su questo sono d’accordo, magari avresto potuto scrivere “STIAMO”.P.S.: Grazie per il consiglio, ne ho uno uguale a Viki il vichingo.

  14. Dane

    @Angius: DAG!!!… è stato Dag, scrivendo: “Il discorso dell’identità nazionale non lo accetto, specie in Italia: io che sono novarese di nascita posso identificarmi in un Amauri in nazionale quanto mi identifico in un Di Natale. I gap culturali sono simili.”Quindi la prossima volta che ti inserisci in un discorso, magari prendendo le parti dell’uno o dell’altro o cercando di analizzare cosa intedesse dire l’uno o l’altro, leggi bene cosa è stato scritto prima di te!In ogni caso, identità nazionale e culturale o semplice mentalità non cambia (e te l’ho dimostrato): Di Natale e Gattuso sono italiani come il muratore di Biella o il parcheggiatore abusivo di Ponza, Amauri è brasiliano come il percussionista del Divina o il viados di via Novara, punto. Di Natale, Perrotta, Cassano e Gattuso hanno studiato sugli stessi libri tuoi, miei, di Dag e di Maldini e Beppe Bergomi, come cazzo si fa a paragonarli al cognato senegalese?!…Non sarà una festa del patrono o l’ora in cui si fa l’aperitivo a stabilire un’identità nazionale o una data cultura, così come non sarà una sfumatura sui comportamenti a segnare un solco di mentalità! State facendo di un mucchietto di sabbia una montagna, ma come cazzo state?!…In più si parlava di nazionali, che dovrebbero esser l’espressione di un dato movimento calcistico: Di Natale e Cassano giocano all’italiana esattamente come Marco Simone o Beppe Signori, Amauri alla brasiliana (e non è questione di catenaccio o di futebol balado…).p.s.: mi raccomando l’elmo con le corna, che la sera fa freddo e le scuole italiane son fatiscenti…

  15. Angius63

    Ma chi cazzo ha parlato di distanze culturali? E insisti anche! Mentalità e identità culturale sono sinonimi? Si? Allora non ho capito un cazzo della vita, scusate vado ad iscrivermi ad una scuola serale, poi magari torno quando avrò stretto l’angolo da “ottuso” ad “acuto”.

  16. Dane

    @Angius: non hai tirato in ballo identità culturali o nazionali ma quello era il tema dell’articolo del Direttore. E prendere beghe da comari come esempio della distanza culturale tra Novara e Napoli è una stupidata e te ne ho dato prova e te ne do un’altra: mi ero dimenticato di dirti, che in quel paesino piemontese di cui parlavo, c’era un muratore da cui andavano tutti a farsi fare i lavori. La regola è che se tu andavi da un altro muratore, quello per poter lavorare doveva pagare una percentuale al muratore “padrone di casa”.Questo giusto per perder tempo a rispondere alla “diversa mentalità” insinuata da te e Dag, poi se vuoi insisto ripetendoti che non è questo che fa un identità culturale che porta a cantare l’inno o a dirsi italiano: a Novara o a Napoli si scrive in italiano, la radice musicale è identica, quella pittorica pure, la stessa cucina non vede grosse differenze. Io non ho mai detto di sapere tutto (magari sembra solo perchè parlo di ciò che so, se no sto zitto: mi avete mai sentito parlar di tennis?!…) e non ti ho accusato di nulla, ma parlare di distanze culturali perchè a Milano si mangia il panettone e a Cremona il torrone lo posso accetare solo da un ottuso che non è mai uscito il paesello…p.s.: il primo che cita il villaggio vacanze a Sharm-El-Sheik, si sciroppa le pulizie di Natale…

  17. Angius63

    @Dane, cito le tue parole:Dag: ma che cazzo intendi per “diversa mentalità”?! ed io ho cercato di spiegarti la mia opinione che coincide abbastanza con quella di Dag. Tu hai chiesto quello ed a quello ho risposto, chiaro? Forse non sono al tuo livello ma non ho tirato in ballo identità nazionale o culturale ed inoltre più su ho chiesto “hai mai visto Camoranesi cantare l’inno nazionale? Credi che si senta almeno un poco Italiano?” Quindi la mia idea sulla possibilità di Amauri in azzurro è contraria,mi sembra piuttosto chiaro. Poi in ultimo, ma veramente ultimo perchè mi sono rotto il cazzo di chi sa tutto ed ha un bell’aggettivo per tutti gli altri dimmi in quale gruppo di leghisti sono (o ero, visto che non voto più) così anche per oggi, ed è ancora mattina, avrò imparato qualcosa di nuovo.

  18. Dane

    @Nick: Vedrai che adesso arriva il fenomeno che ti dice che “eh, ma eprchè ormai la mentalità mafiosa del sud ha infettato anche il nord!…”Tutta colpa dell’immigrazione…@Jeremy: un elettorato non è mai un corpo solido ed adamantino. L’elettorato leghista è composto per il 40% da evasori furbi, per il 40% da bifolchi razzisti e per il restante 20% da gente che usa la Lega come voto di protesta. Poi c’è una parte che crede veramente nel federalismo per vari motivi, ma che a seconda dei casi va inserito in uno di quei tre gironi danteschi.Insomma, meglio a cena con lo zingaro…..

  19. Nick

    Assolutamente d’accordo con Dane…le “differenze culturali” fra nord e sud sono una “puttanata di dimensioni apocalittiche” (cit.)Il problema del “farsi i fatti degli altri” non riguarda nord e sud ma, semmai, paesini e città.A Cossato tutti sanno tutto di tutti, a Palermo ognuno si fa i cazi suoi.E, detto per inciso, io tutta questa differenza fra non pagare le tasse e attaccarsi alla corrente dei lampioni non la vedo.Truffatori entrambi o “svegli” entrambi, senza distinguo.

  20. jeremy

    Dane che te devo di? Resto ottimista e fiducioso che il grosso ragioni per “interessi” positivi legati al federalismo e non legati ad una presunta diversa identità, incociliabile con il resto della nazione.

  21. Dane

    @Angius, tu (e Dag) confondi la piccola abitudine col retroterra culturale. Ma ti rendi conto di cosa stiamo parlando o ci diamo alle chiacchiere da parrucchiere?! Io tiro in ballo Donizetti e Caravaggio e tu mi parli delle beghe da cortile?! E questo dà il passaporto secondo te?! Ma in che cazzo di lingua state scrivendo su sto forum?! In portoghese?! In guaranì?!…Mia madre ha una casa in campagna in provincia di Biella, precisamente a Cossato (paese natale di Ezio Greggio e paese di formazione calcistica di Gilardino).Non ho mai sopportato quei posti perchè se mia madre si fermava a chiacchierare con un vicino era una “rubamariti”, quando io e i miei amici facevamo qualcosa in paese per divertirci in 5 minuti lo sapeva tutto il paese (e la “colpa” ovviamente era “del milanese”…) e quando d’estate veniva a mancare l’acqua i residenti davano la colpa “ai milanesi che vengono qua a rubarci l’acqua” (cazzo, ma se la pago come tutti?!…), e l’omertà di cui parli ti assicuro che era presente anche nella Milano dei Vallanzasca e dei Nanùn, quindi di che cazzo stiamo parlando?!…Dinho viene da una regione del sud del Brasile, vicino all’Argentina e infatti chiamata Gaùcho, perchè fatta di grandi prati sfruttati per gli allevamenti bovini. Ma Dinho è inequivocabilmente brasiliano, per come gioca, per come parla, per la musica che ascolta e non si sognerebbe mai di dire che si sente egualmente distante da un paulista rispetto ad un platense! Hai visto il balletto di domenica di Amauri?! E quello di Dinho nel derby?! Quali affinità ci vedi con le esultanze di Anastasi e Tardelli?!…Qui non si parlava dell’abitudine a far l’aperitivo con Martini o con lo Spritz, qui si parlava di identità culturale e nazionale. E dire che l’identità culturale di un novarese è diversa da quella di un napoletano come è diversa da quella di un carioca è semplicemente una puttanata di proporzioni apocalittiche. Punto!@Dag: ma quale rissa verbale?! Ho fatto un discorso culturale portandoti 200 esempi e paralleli, prova a metterne in discussione solamente uno se ne sei in grado: dai, abbassati al mio livello, se ne sei in grado!…La pensi diversamente?! Bene, la tua tesi l’hai espressa, adesso dimostramela.Poi se vuoi fare la zitella isterica falla, ci ignoreremo a vicenda. Ma se lanci il sasso non puoi nasconder la mano perchè non fai un buon servizio al forum. E nasconder le proprie lacune culturali dietro un piccato (ed ipocrita) “tu cerchi la rissa” è un po’ vigliacco: scendi in campo e dimostra cosa cazzo volevi dire, perchè non l’abbiamo ancora capito!… Convincici che Amauri è italiano quanto Cannavaro e Calderoli e avrai vinto tu!…@Jeremy: cos’è che dicevi dei leghisti che non son tutti “rozzo razzista con la clava magnapolentaecassouela”?!…

  22. dag_nasty

    grazie angius, ma in effetti non intendo rispondere a Dane, cerca semplicemente la rissa verbale (come nel 90% dei suoi post), livello al quale non voglio abbassarmi.

  23. Angius63

    Dane, non voglio rispondere per Dag, ma credo di capire cosa intenda per diversa mentalità. Se poi sto sbagliando ti avrò comunque detto cosa intendo io. Quest’ultima estate sono stato in vacanza al sud, in affitto. Bè, eravamo in casa in 6 ma sembrava che fossimo in 50. tutta la via sapeva i fatti nostri perchè lì c’è la famosa “mentalità” di condividere tutto con tutto il paese, e se non sapevano i cazzi tuoi te li chiedevano, senza alcun problema e l’inizio della frase era sempre: “noi qui tutti vogliamo sapere…”, mi è rimasta impressa. C’erano problemi di approvvigionamento dell’acqua, cosa piuttosto frequente nelle zone costiere d’estate, dato l’aumento dei residenti. Noi avevamo contattato una persona con la cisterna per rifornirci il serbatoio d’emergenza dato che l’acquedotto non dava abbastanza pressione, il “padrone di casa” non ne ha voluto sapere perchè non era un suo “amico”. Una mia vicina di casa, meridionale, mentre commentavamo la notizia di una piccola truffa (roba da poco, uno che usava la corrente della strada per casa sua), ha elogiato il responsabile definendolo uno “sveglio”.Poco tempo fa in un paesino vicino a me due cacciatori hanno fermato due malviventi che avevano forzato un posto di blocco sparandogli alle gomme, da qualche altra parte abbiamo visto interi quartieri fare muro contro le forze dell’ordine che stavano eseguendo un arresto, perche il delinquente in fondo “mantiene” il quartiere.Ti ho fatto alcuni esempi di portata diversa proprio per non entrare solo nel campo dell’illegalità, ma per restare nella ormai celeberrima “mentalità”. Con tutto questo non c’entra proprio niente se a Bergamo ceni alle 19 ed a Catania alle 21,30.

  24. Dane

    @Clinter: certo: milanista, comunista e papista! Mi manca l’epatite e ce le ho tutte…@Nick: hai centrato il punto: io in una roulotte zingara ho mangiato, bevuto e suonato. Perchè sapevo con chi ero, mentre non andrei mai a casa di Calderoli o di un passante incontrato per le strade di Scampia…@Dag: ma che cazzo intendi per “diversa mentalità”?!…a parte che si parlava di nazionalità e cultura, ma poi tu ci sei mai stato in Brasile?! Davvero pensi che i napoletani vivano in maniera tanto diversa da te come i brasiliani?!E’ ovvio che nelle piccole cose avrai delle differenze di abitudine con napoletani o trentini, ma nel 90% degli aspetti della vita sei uguale: fai tre pasti al giorno anche tu come i napoletani o mangi solo la sera come i turchi?! La prima colazione la fai dolce con cafè, latte, thè, biscotti, brioches, etc o la fai salata con pesce alla griglia come i giamaicani?! La grappa la bevi alla fine del pasto come ovunque in Italia o la bevi come aperitivo come nei paesi slavi?! La musica che ascolti tu vede le percussioni come sezione ritmica che scandiscono il tempo o usa le percussioni come abbellimento melodico?! Le vecchiette del tuo paese vanno in chiesa per la messa e poi pregano quando vogliono dove vogliono oppure vanno in chiesa solo per le ricorrenze e per il resto pregano davanti all’altarino con lumini costruito nel corridoio di casa?! Quando dici “la mia famiglia” intendi tu, i tuoi genitori, i tuoi fratelli e al massimo i tuoi nonni o intendi tutto un parentado di 80 persone fino ai cugini di terzo grado?!Davvero, guarda che stai dicendo cose senza senso e molto probabilmente senza saperle: ti consiglierei di farti un giro per l’Italia e poi un salto in sudamerica, nord-europa e medio-oriente per capire cosa significa “affinità culturale”.Io mangio alle 20, chi abita fuori città almneno un’ora prima: devo dire che vivono in una maniera “distante” da me?!Io vivrei di notte e faccio fatica ad organizzare la mia vita con gli orari che vorrei io, e indovina perchè?! Perchè in qualsiasi città di questo paese gli orari di scuole, uffici, locali e negozi sono gli stessi: ad Istanbul potevo andare al Supermercato alle 3 di notte, in Croazia alle 2 andavo al ristorante, in Spagna all’una chiamavo a casa di amici, qua stasera mi sono accorto alle 20 che non avevo comprato il giornale e me lo son preso in quel posto (non era tanto per il giornale quanto per il Magazine…).La mentalità la puoi avere diversa anche dal tuo sindaco, dal sagrestano o dal tuo vicino di pianerottolo, ma il background culturale (escludendo casi estremi come gli sciatori del “zono contento ti ezzere arrifato uno!”)è in gran parte lo stesso da Bolzano a Milazzo.Se poi tu non te ne sei accorto è un altro paio di maniche, ma allora ti consiglierei di non sbilanciarti per non far ste figuracce. Ma lo dico senza offesa…

  25. Nick

    Scusate…ma perchè, a cena a casa di una famiglia italiana di gente che non conoscete affatto ci andreste?Io no…

  26. clinter

    Bene, faccio outing e dichiaro ‘solennemente’ che io non ci andrei. Ergo, d’istinto sono razzista, come tanti. Penso che l’importante sia non partire dai propri istinti per teorizzare superiorità razziali o culturali.Cosa che, sia chiaro, Dag non si minimamente sognato di fare.Chissenefrega, direte, ma siccome si parlava di razzismo, ho detto la mia.

  27. dag_nasty

    beh Angius mi consola, almeno non mi sento più come il mostro di Giussano…;-)Sul test antirazzismo: se mi ispirano fiducia ci andrei, non lo so, dipende da tanti fattori (magari se c’è una bella figliuola al desco perchè no?)… parola di un razzistone la cui sorella ha sposato un senegalese… con cui perlatro vado daccordissimo (pur rendendomi conto di avere una mentalità differente su vari aspetti della vita.)




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