Archivio per agosto 26th, 2008

Lo sport più importante della manifestazione sportiva più importante, cioé l’atletica olimpica, ha detto che l’Italia ha toccato uno dei punti più bassi della sua storia sia nelle specialità con un mercato, quindi tutte quelle della corsa, che in quelle bisognose di sostegni statali o di altra natura, cioé tutti i lanci e di fatto tolto qualche personaggio anche i salti. Gloriosa eccezione la marcia, dove però dietro ad un fenomeno e a due campioni si intravede molto poco: facciamocela bastare, in ogni caso. Bolt non si costruisce, ma una staffetta che non cambi fuori settore sì. Bekele non si inventa, ma tre ragazzi in grado di correre sui tempi italiani di venti anni fa di sicuro si possono programmare anche senza i soliti discorsi sul reclutamento, il calcio che ruba i talenti, i giovani che non amano la fatica, eccetera. Prendiamo l’amato mezzofondo, dieci gare fra uomini e donne con soli cinque iscritti su trenta posti teoricamente disponibili. Sui suoi picchi massimi Christian Obrist, che nella semifinale dei 1500 ha tirato fuori la gara della vita reagendo con facilità a ben tre cambi di ritmo chiudendo quarto dietro a Kiprop, Iguider ed Higuero: in finale gli era rimasto poco, ma la sua Olimpiade è stata memorabile. Stesso discorso, con maggiori prospettive di miglioramento cronometrico, per Elena Romagnolo nelle siepi: record italiano con 9’27”48 in batteria e anche lei un po’ scarica in finale. In chiave europea sembrano maggiori le prospettive di Obrist (il solito ‘giovane’ italiano di 28 anni…) mentre la Romagnolo è chiusa dalle russe, ma a livello mondiale il massimo risultato possibile è stato ottenuto. A poco dalla finale la Cusma negli 800, eliminati senza discussioni Villani nelle siepi e la Weissteiner nei 5mila. L’atletica italiana riparte da un illusorio quattrdicesimo posto nel medagliere e da un più realistico ventesimo nei piazzamenti (classifica fatta contando quelli dal primo all’ottavo posto): di peggio avevamo fatto solo a Monaco 1972, ma lì almeno ci furono il bronzo di Mennea nei 200 dietro a Valeri Borzov e Larry Black, quello di Paola Pigni nei 1500 e la prima grande gara della Simeoni: sesta in una gara vinta da una Ulrike Meyfarth sedicenne (Sara aveva ed ha tre anni di più), con cui dodici anni dopo a Los Angeles avrebbe dato vita ad un’epica sfida. Altri tempi, noi in questa rubrica parleremo di quelli attuali concentrandoci sul cuore dell’atletica. Avete capito, il mezzofondo.
Stefano Olivari

1. Riassunto delle puntate precedenti, per chi – colpevolmente – non guarda alla mountain bike dai tempi di Atlanta 1996, da quell’innocente sbirciare pierino il décolleté di Paola Pezzo. Passato inosservato appena quattro anni dopo, sul petto della boscochiesanuovese una seconda medaglia d’oro olimpica. Il biker del XXI secolo (meno pomposamente: il corridore del decennio) si chiama Julien Absalon, francese dei Vosgi, ventotto anni nove giorni fa. Nel cross-country ha vinto quattro Mondiali consecutivi dal 2004 al 2007 e tre Coppe del mondo (e mezzo) dal 2003 a oggi, quando non mancano che due prove alla conclusione dell’edizione 2008. Ma soprattutto, si è aggiudicato prima i Giochi di Atene e poi sabato scorso quelli di Pechino, facendo registrare una continuità di rendimento inarrivabile, a partire da una storica prima a Mont-Saint-Anne, Quebec, già allora davanti a Christoph Sauser. Un lustro fa. Nessuno in Val di Sole si è quindi sognato di darlo al tramonto, all’alba di giugno, una volta tanto lontano dall’Iride. E avreste dovuto vederlo che roba, là sulla collina del parco di Laoshan. Vicino alla perfezione. Tecnicamente sexy.
2. Gran Gran Bretagna nel velodromo poco distante dai percorsi del fuoristrada, Mtb e Bmx. Bilancio di 7 ori, 3 argenti e 2 bronzi, per un totale di 12 medaglie. Il 36% del metallo più prezioso sul dato nazionale complessivo, il 25% della ricchezza sportiva del paese. Tra i numeri più impressionanti: quello del terzetto della velocità (Chris Hoy, Jason Kenny, Jamie Staff) e quello del quartetto dell’inseguimento (Ed Clancy, Paul Manning, Geraint Thomas, Bradley Wiggins). Clamoroso caso di scuola ciclistica, modello di programmazione dell’attività federale, quota massima di picchi di rendimento sollecitato già agli ultimi Mondiali di Manchester. Primo obiettivo, Londra 2012. Vera Carrara entra “nella vita adulta” uscendo malissimo da una corsa a punti chiusa in partenza, un gioco da ragazze per Marianne Vos. “Sono ventun’anni che pedalo, è arrivato il momento di smettere. Sogno di aprire una gelateria e mi piacerebbe avviare una scuola di pet therapy per bambini autistici”. Ai dirigenti e tecnici Fci: cominciare immediately a farsi i fatti anche di un Roberto Chiappa, please, dati i suoi ventilati propositi di ritiro. Altrimenti, pista italiana nell’attraversata del deserto.
3. Fabian Cancellara tra i massimi protagonisti dell’Olimpiade, in assoluto, minimo (relativamente) tra i migliori atleti, per fisico e ripetizione di performance. Misurando la differenza per esempio nei confronti dei tiratori, con tutto il rispetto per chi fa pratica esercitando ben altre capacità psico-corporee. E dire che almeno in teoria, la statura del ventisettenne svizzero nemmeno avrebbe potuto piegarsi più di tanto, in posizione aerodinamica, su e giù dall’ottovolante di Badaling, 47,3 km contro il tempo nello spazio di circa 700 m di dislivello. Macché, il Tour de France ha invece finito per asciugare talmente il Csc-Saxo Bank (a proposito: confermatissimo da Bjarne Riis per il triennio 2009-2011, nonostante l’offerta d’ingaggio milionaria della Katyusha), che mai il vecchio Spartacus si era poi pesato così magro, proprio lui, il 186 cm x 80 kg di una volta – peso forma nei sette giorni tra Fiandre e Roubaix – oggi figurino rimesso a nuovo, tiratissimo. In salita, la dieta seguita alla Croix de Fer del 23/7 si è fatta sentire eccome: seconda razione di cronoscalata digerita meglio che non Levi Leipheimer e Alberto Contador, un quintale e qualcosa in due.
4. InciUci. E se la pace di Pechino tra la Federazione e l’Amaury Sport Organisation, fosse una dichiarazione di guerra al resto del mondo del ciclismo? Quantomeno, una diseguale spartizione – legale e legittima – del potere decisionale, sulle corse e sui corridori? La conferenza stampa del presidente Pat McQuaid (18/8) si legge con maggior precisione nei termini di una resa onorevole alle condizioni poste dalla Société du Tour de France, per il ritorno dei suoi eventi sotto l’ombrello dell’Union Cycliste Internationale, in definitiva al riparo da violazioni dello statuto Cio. “L’Uci accetta che i diritti di partecipazione alla Grande Boucle, per il periodo 2009-2010, siano regolati dalla convenzione stipulata il 18 giugno scorso tra le squadre e l’Aso”. Non un accenno al ripristino della formula Coppa del mondo quale challenge annuale di raggruppamento delle classiche, come evocato da più di un’interpretazione stragiornalistica, più che faziosa, del neutralissimo comunicato di Aigle. E neanche una minima sconfessione dell’idea ProTour, in quelle 3000 battute, al massimo un suo nascondimento dietro il cartellone Calendario Mondiale. Rinegoziazione al 2011.

Francesco Vergani
francescovergani@yahoo.it

Torna Radio Olanda con la presentazione della nuova stagione di Eredivisie: le novità e le prospettive di 18 squadre, che per comodità di lettura abbiamo diviso in tre parti. Ci saremo quindi anche in questa stagione, senza appuntamenti fissi ma con la passione di sempre per una terra ed un calcio che rimangono affascinanti sia visti da lontano che da vicino.
ADO DEN HAAG Adres: Mr. P. Drooglever Fortuynweg 26 Postcode:2533 SR Plaats:Den Haag Telefoon:+31-9002364636 Fax:+31-703054599ADO Den Haag Website:http://www.adodenhaag.nl/ Anno di fondazione: 1905 Palmarès: 2 campionati, 2 coppe d’Olanda Stadio: Ado Den Haag Stadion (15.000 posti) L’inaspettata promozione conquistata ai play-off dopo una stagione alquanto tribolata ha riportato in Eredivisie dopo un solo anno di purgatorio il gigante dormiente del calcio olandese. Le cui potenzialità dicrescita restano notevoli (per bacino d’utenza e peso politico della città di Den Haag) solamente in linea teorica, perché le continue intemperanze di una tifoseria tra le più violente del paese ed un panorama tecnico assolutamente modesto non attirano sponsor né invogliano gli investimenti. E quando all’orizzonte si intravede un briciolo di talento (ieri Krul, oggi Janmaat), arriva puntuale la sua cessione. Sarà una dura lotta per non retrocedere, cercando di evitare l’ultimo posto e sperando nuovamente nella “nacompetitie” (i play-off salvezza-promozione). La stella: Grande promessa ai tempi dell’Ajax, Richard Knopper è poi naufragato per limiti caratteriali equalche infortunio di troppo. Si proporrà a cavallo tra il centrocampo e l’attacco, per regalare alla squadra un briciolo di imprevedibilità. La scommessa: Scorza rude e tanta grinta, proprio come piace ai tifosi locali. Lex Immers, esordiente lo scorso anno nel professionismo con la maglia dei gialloverdi, è il nome nuovo in casa Ado. Logo del club tatuato sul braccio, dichiarazioni anti-Ajax di rito (“non giocherò mai per quella squadra che ha sede ad Amsterdam”), il guerriero Lex è pronto per i campi di battaglia della Eredivisie. Esperienza utile per comprendere che non sempre con la forza si ottiene tutto. Punti deboli: Una difesa traballante, un centrocampo con poco fosforo, una linea offensiva (Verhoek,Hoogendoorp, Cornelisse, Van der Haar) già testata in Eredivisie senza apprezzabili risultati. Da scoprire il montenegrino classe 87 Milic e l’italo-belga Caracciolo, quest’ultimo brillante la scorsa stagione nel lato povero di Eidnhoven (l’Fc, in Eerste Divisie), ma le premesse non sono confortanti. Probabile formazione: (4-3-3) Zwinkels; El Moussaoui, Horvath, Kum, Piqué; Rankovic (Immers),Knopper, Bosschaart; Cornelisse, Milic (Caracciolo), Soltani (Verhoek). All. Wetzel.
AJAX Adres:Arena Boulevard 29 Postcode:1101 AX Plaats:Amsterdam Telefoon:+31-203111444 Fax:+31-203111480 Website:http://www.ajax.nl/ Anno di fondazione: 1900 Palmarès: 29 campionati, 16 coppe d’Olanda, 6 supercoppe d’Olanda, 4 coppe campioni, 1 coppa dellecoppe, 1 coppa Uefa, 3 supercoppe europee, 1 coppa intercontinentale Stadio: Amsterdam Arena (51.628 posti) Anni di delusioni sul campo (le coppe d’Olanda vinte contano poco) e di polemiche fuori (le critiche alla scarsa produttività del vivaio, la bocciatura da parte della commissione Coronel della gestione economico-sportiva del club nell’ultimo decennio) non hanno scalfito il fascino del blasone. Un mercato da protagonisti e un tecnico già ottimamente inserito nell’ambiente sono stati sufficienti a riaccendere passioni ed entusiasmi. Tagliati i rami secchi (Urzaiz, Kuffour, Colin, prossimamente Luque), la squadra sulla carta teme pochi rivali. Tridente Sulejmani-Huntelaar-Suarez, con Cvitanich riserva di lusso, centrocampo in cui regna l’imbarazzo della scelta (Lindgren, Aissati, Gabri, Emanuelson, Siem de Jong, Bakircioglu, Sno), un terzino di grande spinta come Bruno Silva e il Belgio giovane e brillante di Vertonghen e Vermaelen per fare la guardia al fortino. Il titolo nazionale non può sfuggire. La stella: Klaas-Jan Huntelaar non ha bisogno di presentazioni. Trattenerlo ad Amsterdam (e motivarlo) èstato il grande capolavoro di Van Basten. Potrà non piacere lo stile di gioco, ma KJH i gol li ha sempre fatti,con e contro qualsiasi squadra. Non smetterà quest’anno. La stella (2): se Huntelaar dovesse salutare la compagnia alla chiusura del calcio mercato, Luis Suarez avrà ancora maggiori responsabilità sulle proprie spalle. Ottimo all’esordio con il Groningen, in chiaroscuro lo scorso anno, l’uruguaiano è un attaccante dal repertorio completo. Dovrebbe però darci un taglio con le simulazioni. La scommessa: Ismail Aissati è un talento da recuperare. Al Psv solo Hiddink gli ha concesso fiducia, poi per giocare stabilmente ha dovuto emigrare in prestito al Twente. Lo sbarco ad Amsterdam è stato accolto dal diretto interessato come una liberazione, ma anche tra gli ajacidi la concorrenza è folta. Ci si augura che Issy non abbia semplicemente cambiato i colori di una gabbia. Punti deboli: C’è talento in difesa, non esperienza. Presas Oleguer non è esattamente Stam, e visti i recenti disastri spagnoli in maglia Ajax (solo Gabri si è salvato) qualche dubbio è lecito sollevarlo. In porta Stekelenburg è solido, ma ancora non del tutto convincente. Probabile formazione: (4-3-3) Stekelenburg; Bruno Silva, Oleguer, Vermaelen, Vertonghen; Gabri, Aissati(Sno), Lindgren (Emanuelson); Sulejmani , Huntelaar, Suarez. All: Van Basten.
AZ ALKMAAR Adres:Stadionweg 1 Postcode:1812 AZ Plaats:Alkmaar Telefoon:+31-725478000 Fax:+31-725478080AZ Website:http://www.az.nl/ Anno di fondazione: 1967 Palmarès: 1 campionato, 3 coppe d’Olanda Stadio: DSB Stadion (17.000 posti) Voltare pagina al più presto dopo il naufragio della scorsa stagione. La dirigenza, prima ancora del tecnico Louis van Gaal, ha peccato di presunzione credendo, dopo annate di ottimo raccolto, di poter tramutare in oro tutto ciò che toccava/acquistava. La punizione è arrivata sotto forma di un mercato flop da record, con conseguente 11esimo posto finale. Oggi si viaggia a fari spenti, richiamando i prestiti (Lens e Luijckx),scommettendo sull’australiano Holman, giocatore in costante crescita, e puntando sull’orgoglio ferito di Van Gaal e dei suoi pupilli. Dalle macerie potrà nascere una chiesetta graziosa, non una cattedrale. Per quella bisognerà attendere ancora, magari prestando maggiore attenzione alla costruzione delle fondamenta. La stella: Demy de Zeeuw è stato uno dei pochi a salvarsi dal disastro dell’ultima Eredivisie, e la sua inclusione nella rosa dei 23 ai recenti Europei ha rappresentato un riconoscimento più che meritato. Con Schaars e Mendes Da Silva forma una tra le linee mediane più interessanti del campionato, disintegrata però lo scorso anno dai ripetuti infortuni ai compagni. In attesa di buone nuove dall’infermeria, l’Az riparte da lui. La scommessa: La scarsa vena sotto porta di Ari, El Hamdaoui e Pellè ha convinto la dirigenza a riportare a casa da Nijmegen Jermanie Lens, assoluto protagonista nella qualificazione del Nec alla Coppa Uefa. A lui il compito di rivitalizzare un reparto apparso il più delle volte scialbo e poco organizzato. Punti deboli: Urge ritrovare al più presto grinta e personalità. Il resto, pur con qualche logica correzione(maggiore incisività davanti, più concentrazione dietro), verrà da sé. Da recuperare i guizzi del “Litmanen dei poveri” Martens, a lungo ko per guai fisici. Lo scintillante Dembele in versione olimpica, se non verrà ceduto, promette sfracelli. Probabile formazione: (4-4-1-1) Didulica; Swerts, Jaliens, Moreno, Pocognoli; Mendes Da Silva, DeZeeuw, Martens, Schaars; Dembele; Ari (Lens). All: Van Gaal.
DE GRAAFSCHAP Adres:Lijsterbeslaan 101 A Postcode:7004 GN Plaats:Doetinchem Telefoon:+31-314368450 Fax:+31-314368451 Website:http://www.degraafschap.nl/ Anno di fondazione: 1954 Palmarès: nessuno trofeo vinto Stadio: De Vijverberg (11.000 posti) Professione pericolo. Dopo una salvezza ottenuta sul filo di lana il De Graafschap ci riprova con una rosa senza grandi novità. Si tratterà, come sempre, di saper ricavare il massimo dagli scontri diretti e dai match con le squadre di centroclassifica, nella speranza di non coglierle nel loro momento migliore. Un giochino che riuscì lo scorso anno grazie ad un fiammante girone d’andata, che mise sotto i riflettori la mezzapunta Donny de Groot, a cui i Superboeren affibbiarono il soprannome di MaraDonny. Una bestemmia che gli dei del calcio punirono facendo scivolare la squadra fino al penultimo posto, poi fortunatamente il campionato finì. Ed ai play-off tornarono a mostrare un minimo di clemenza. La stella: Navigato girovago dell’area di rigore, Geert den Ouden è sbarcato a Doetinchem per garantire quella decina di reti che servono per tenersi a galla, magari aiutando a crescere qualche giovane. Non è molto, ma sempre meglio di niente. La scommessa: Luuk de Jong, fratello di Siem dell’Ajax, ha fatto faville nel precampionato, candidandosi quale arma a sorpresa da utilizzare quando da perdere è rimasto poco o nulla. Accanto a Den Ouden può imparare qualche trucco del mestiere.Punti deboli: Centrocampo privo di fosforo, reparto arretrato esclusivamente fisico. Appena crolla la diga, scatta quella goleada che nemmeno i pur esperti Postma, protagonista lo scorso anno con l’Ado den Haag, ed Heijblok saranno in grado di evitare. Probabile formazione(4-2-3-1): Postma (Heijblok); Schuurman, Keller, Vomer, Fung a Wing; Hese,Jungschläger; Robbemond, De Ridder, Oost; Den Ouden. All: Van Stee.
FC GRONINGEN Adres:Boumaboulevard 41 Postcode:9723 ZS Plaats:Groningen Telefoon:+31-505878787 Fax:+31-503125194 Website:http://www.fcgroningen.nl/ Anno di fondazione: 1921 (come GVAV Groningen) Palmarès: nessun titolo vinto Stadio: Euroborg (19.814 posti) Una vita tranquilla, un placido scorrere del tempo. Dopo il colpo grosso (la qualificazione alla Champions League) sfiorato due anni fa e l’illusione europea dello scorso autunno (180 minuti di Uefa giocati alla pari contro la Fiorentina, poi vincitrice ai rigori), a Groningen è tornata la normalità. Non ditelo però a Ron Jans, potrebbe arrabbiarsi. Per lui dopo le big c’è il Groningen; che però già dallo scorso gennaio ha perso tre elementi fondamentali (uno per reparto: Bruno Silva, Lindgren e Nevland) nel proprio scacchiere tattico, senza sostituirli a dovere, anche per ragioni economiche. Ciò che rimane, da Lovre a Berg, da Sankoh fino a Van de Laak, è buono ma niente più. E per il ruolo di outsider ci sono candidate maggiormente accreditate. La stella: Gli arieti non passano mai di moda; Marcus Berg, acquisto più costoso nella storia del Groningen, è stato capocannoniere nel campionato svedese (giocando metà degli incontri) ed è finito in doppia cifra nella sua prima stagione olandese. Può fare ancora meglio. La scommessa: Gibril Sankoh possiede tutte le caratteristiche per diventare un grande difensore: fisico prestante, senso della posizione, agilità e buoni riflessi. Difetta però in concentrazione, un punto debole che talvolta induce il nazionale della Sierra Leone a compiere errori marchiani. La stoffa però c’è. Punti deboli: Se Lovre si prende una pausa, la squadra fatica. In attacco Berg non ha ancora trovato unaspalla adeguata, perché risulta ancora poco incisivo Powel, bomber finora solo in Eerste Divisie. Curiosità per il giovane argentino Cahais al centro della difesa e per il nigeriano Ajilore, incontrista prelevato daidanesi del Midtjylland e reduce da un ottimo torneo olimpico con la propria nazionale. Probabile formazione: (4-4-2) Van Loo; Matthijs, Sankoh, Granqvist (Cahais), Stenman; Van de Laak,Ajilore, Lovre, Levchenko; Berg, Powel. All: Jans.
FC TWENTE Adres:Colosseum 65 Postcode:7521 PPPlaats:Enschede Telefoon:+31-538525525 Fax:+31-538525555 Website:http://www.fctwente.nl/ Anno di fondazione: 1965 Palmarès: 1 campionato (come Sc Enschede), 2 coppe d’Olanda Stadio: Arke Stadion (13.250 posti) Ambizioni di Champions subito frustrate da un sorteggio poco clemente. L’Arsenal era quanto di peggiopotesse cap itare ai Tukkers, pertanto nessuna croce gettata sulle spalle tecnico inglese Steve McClaren. La cui scelta resta però un’incognita tutta da scoprire; non tanto per un curriculum che, dopo gli anni positivi al Middlesborough, è stato macchiato da una disastrosa esperienza come ct dell’Inghilterra, quanto per ragioni di adattamento ad una realtà ben diversa da quella inglese. Per lui garantisce Bobby Robson, ma intanto la squadra ha perso due elementi cardine quali Engelaar ed El Ahmadi, rimpiazzati da Theo Janssen e dall’interessante Tiotè, muscoli e grinta davanti alla difesa. Dal Chelsea è arrivato in prestito il giovane talento serbo Rajkovic, in rampa di lancio così come il prodotto del vivaio Arnautovic. Ma da questa avventura c’è più da perdere che da guadagnare, per McClaren come per il Twente, come confermato anche dalle parole del neo-opinionista della Eredivisie Gary Lineker (“sono molto pessimista”). La stella: Dopo una vita da girovago lo svizzero-congolese Blaise Nkufo ha trovato ad Enschede il proprioparadiso, con cinque stagioni consecutive in doppia cifra e il primato di miglior marcatore di sempre dei Tukkers a portata di mano. Elemento imprescindibile. La scommessa: Fenomeno nei campionati giovanili, per Marko Arnautovic è arrivato il momento dell’ingresso a titolo definitivo nei ranghi della prima squadra dopo la dozzina scarsa di apparizioni dello scorso anno. Il Twente per lui ha rifiutato un’offerta di 4 milioni di euro dal Feyenoord. Segno di grande fiducia nelle qualità del ragazzo, e che venga una buona volta lasciato in pace con la storia dell’Ibrahimovic austriaco. Punti deboli: Centrocampo rinnovato per due terzi, con conseguente revisione di collaudati meccanismi. Dubbio Wielaert in difesa: l’eventuale partenza dell’esperto difensore non sarebbe priva di contraccolpi sulla stabilità del reparto arretrato, nonostante la crescita di Braafheid. Probabile formazione: (4-3-3) Boschker; Wilkshire, Wielaert, Douglas, Braafheid; Tiotè, Huysegems,Janssen; Denneboom, NKufo, Elia (Arnautovic). All: McClaren.

Alec Cordolcini
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