Archive for the ‘Bar delle Antille’ Category

di Carlo Pizzigoni
E’ iniziato ieri il torneo anche per due gruppi dal peso specifico differente, il mediocre C e l’equilibrato D. Mentre con oggi, con la discesa in campo anche anche del Brasile e di tutte le squadre dei gruppi E ed F, tutti al Mondiale avranno giocato almeno una partita. Ecco in breve squadre e giocatori secondo noi da tenere d’occhio.
GERMANIA – I tedeschi rappresentano il movimento giovanile del Vecchio Continente che ha avuto un maggiore crescita negli ultimi anni. Merito anche di Horst Hrubesch, che l’ha condotto e che ha guidato la Mannschaft alla meritata vittoria nell’under 19 continentale dell’anno scorso. Pesanti le assenze, a cominciare da quelle di Kroos, di Timo Gebhart e di Thomas Muller del Bayern, ma ottimo l’esordio contro gli Usa. Tre nomi. Richard Sukuta-Pasu: nato a Wuppertal, figlio di genitori del Congo (Paese che non ha però mai visitato), il centravanti del Bayer Leverkusen, è stato grande protagonista nel Campionato Europeo Under 19 vinto dai tedeschi, dove ha segnato tre reti, una anche in finale contro l’Italia. Florian Jungwirth: uomo di Hrubesch in campo, capitano nell’under 19. Centrale difensivo capace di far iniziare l’azione, regala sempre qualcosa ma mentalmente e come spirito è un certezza ogni volta che si scende su un campo di calcio. Suo il secondo gol agli Usa. Lars e Sven Bender (’89 – Leverkusen e Dortmund: nell’ambito della polemica montata da Matthias Sammer contro la collocazione in questo periodo del Mondiale under 20, sembrava dovessero sacrificati anche questi due gemelli che invece ci saranno. Simili, ottimo fisico, grande eleganza nella corsa, buon inserimento e qualche gol qua e là.
USA – Secondi nel raggruppamento della Concacaf di categoria, gli statunitensi portano in Egitto una mescola di giocatori provenienti da ogni dove (università, MLS e tornei europei) ma, come qualità individuale, senza raggiungere i picchi di Canada 2007. Attenzione, applicazione, rigore tattico rappresentano la prima qualità degli uomini guidati Thomas Rongen, lo stesso CT di due anni fa. Poco altro, come si è già notato.
CAMERUN – Meno accreditata di altre sorelle africane quella del Camerun è la squadra fisicamente, come da tradizione, più potente. Manca però una qualità individuale diffusa, aggravata dal forfait di Victor Cedric Nkoum del PSG, forse il miglior talento di questa generazione di Leoncini Indomabili. Tricolore in bella vista per due della rosa: il milanese di nascita Etienne Soppo, il cui cartellino appartiene al glorioso Casale, e il più famoso Parfait Essengue, regista della nobile Primavera del Genoa, ora in prestito al Piacenza. Volendo, ci sarebbe anche Eto’o: Etienne, il fratellino di Samuel.
GHANA – C’è vita dopo Essien. Campioni africani e con una pattuglia di prospetti molto interessanti, già visionati, opzionati e firmati da big club europei. Una delle favorite. Ci sarà anche Mohammed Rabiu, giovanissimo talento pescato da Marotta nel Liberty Professionals per la sua Samp. Tre nomi. Daniel Opare (’90 -Real Madrid Castilla): terzino destro, eletto miglior difensore dell’ultimo Mondiale under 17, del talento di Accra si è subito interessato il Real Madrid che l’ha portato in Spagna e lo fa maturare nel club B. Ransford Osei (’90 – Twente): elevatissimo potenziale per questo giovanissimo attaccante, bloccato giovanissimo dal Maccabi Haifa e girato quest’anno in prestito in Olanda. Grandi istinti sotto porta, visti anche con l’Uzbekistan al quale ha segnato il gol del pareggio (di Adiyiah quello della vittoria). Miglior giocatore e cannoniere (sette gol) al torneo continentale. Andre Ayew (’89 – Marsiglia): fin troppo celebrato attaccante, che ha già esordito nella nazionale maggiore. Motivi? E’ un buon giocatore, altrimenti Pape Diouf non lo avrebbe portato al Velodrome, ed è figlio del famoso Abedì Pelé, visto anche alle nostre latitudini
INGHILTERRA – Prima o poi qualcosa di buono a una competizione giovanile lo combineranno anche gli inglesi. Però non stavolta, crediamo: buona squadra ma senza la possibilità di schierare big come Danny Welbeck, Kieran Gibbs e Danny Rose, temiamo non vada lontano. L’esordio con sconfitta contro l’Uruguay ha già detto qualcosa. Tre nomi. Gavin Hoyte (’90 -Arsenal): classico all around dal grande fisico e dalla buona corsa adorato da Wenger, che lo ha già buttato nella mischia. In questa nazionale dovrebbe giocare sulla linea difensiva. E’ il riferimento della squadra. Jason Steele (’90 – Middlesbrough): portiere che ha attraversato tutte le nazionali giovanili inglesi, sempre da titolare. Febian Brandy (’89 – Manchester United): dall’età di otto anni allo United. Piccolo e veloce, è un attaccante pericoloso, specie nei dintorni dell’area. Due anni fa sembrava perso al calcio per una frattura alla gamba. Si è ripreso e ha una forza interiore maggiore.
UZBEKISTAN – La migliore generazione del calcio uzbeko, e ci mancherebbe… Movimento in crescita, non alieni i movimenti di denaro che si stanno impilando attorno al fenomeno calcio (avete letto l’ingaggio di Scolari al Bunyodkor?). I calciatori sono tutti provenienti dal campionato locale (occhio a Sherzodbek Karimov e Fozil Musaev), con l’eccezione di Davron Mirzayev del Rubin Kazan. La soddisfazione di essere qui deve completarsi con qualche punto in classifica.
COREA DEL SUD – Solita corsa e dedizione per i sudcoreani, la nazionale più credibile, da tempo, di tutta l’area asiatica. Qualche nome interessante: Cho Young-Cheol e Koo Ja-Cheol, che gioca in Giappone.
URUGUAY – Zeppa di talento ma mai veramente squadra: al Sudamericano sub 20 stava dietro a pochi quanto a talento, giocando però un pessimo calcio fatto di troppa improvvisazione. Nonostante ciò, grazie all’abbondanza di qualità nei giocatori offensivi può trovare il gol spesso: può vincere con tutti e avere cali mentali inspiegabili che a fanno smettere di giocare. C’è anche la meteora milanista Tabaré Viudez (straordinario il suo gol in sforbiciata all’Inghilterra) e il giovanissimo e molto interessante attaccante del Palermo Abel Hernandez. Tre nomi. Nicola Lodeiro (’89 – Nacional): grande talento del Nacional, ha avuto la fortuna di non trovare subito la strada dell’Europa come suoi illustri connazionali, così da poter crescere giocando, anche partite importanti come in Libertadores. Mezzapunta che svaria e trova molto spesso la porta.
Matías Aguirregaray ( ’89 – Penarol): figlio d’arte, grinta rioplatense, buona tecnica e spirito vincente, il “Vasco” nasce laterale destro ma può giocare anche in mezzo al campo per le sue doti di incursore. Lo stanno cercando in tanti, anche qui in Italia. Jonathan Urretavizcaya (’90 – Benfica): elevato potenziale per questo ragazzo di ottima tecnica e istinti offensivi ma la cui scelta di viaggiare subito per l’Europa rischia di compromettere o frenare la sua carriera. L’applicazione, specie in fase di non possesso non è il suo forte, ma è questione solo di voglia, il fisico ci sarebbe. Al Benfica, in due anni, ha annusato raramente il campo, nell’under ha spesso fatto bene.
BRASILE – Rogerio Lourenço regge una potenza. Nonostante assenze pesantissime (Dentinho, Rafael Carioca, ma anche Pato, volendo, sarebbe in età), il Brasile può contare su una truppa di giovani con molta prospettiva. Ci sono squadre come il Vasco, con Alex Teixeira e Alan Kardec e l’Internacional con Giuliano (tutti e tre i giocatori citati sono andati a segno oggi…) che invece non si sono opposte alla convocazione, anche perchè tante volte un po’ di visibilità in più vuole dire assegni più pesanti… Il Sudamericano sub20 l’hanno dominato, trovando presto un equilibrio di squadra che l’enorme talento a disposizione può alla volte anche ritardare. Abbiamo appena assistito al cinque a zero, passeggiando, contro il Costarica. Tre nomi. Paulo Henrique Ganso (’89- Santos): mezzapunta che ha anche gambe e fiato per recuperare, e testa per agire, può diventare un giocatore totale. Lo sfizio più grande di questa selezione, presto in qualche grande stadio vicino a voi. Rafael Tolói (’90 – Goias): titolare indiscusso nella difesa del Goias è un leader in campo anche con l’amarelinha addosso. E’ una delle grandi sorprese del 2009 al Brasilerao. Douglas Costa (’90 – Gremio): come talento è inferiore a pochi, e non ci limitiamo necessariamente a questa competizione. Però è da almeno due anni che si attende una definitiva maturazione: è già pronto il Real Madrid, che l’ha mandato a vedere diverse volte.
COSTARICA – Campione di categoria della Concacaf il Costarica ha probabilmente un futuro assicurato, con un buon ricambio generazionale. Il presente è forse più complicato, ma i Ticos sono venuti per stupire. Attenzione a David Guzman in mezzo al campo, tecnico, grintoso, un centrocampista completo che potrebbe anche interessare squadre del Vecchio Continente. Davanti, occhio al bomber Josué Martínez, lui pure del Deportivo Saprissa.
AUSTRALIA – Squadra difficilmente decrittabile: qualificata nel settore asiatico, dove ormai l’Australia calcisticamente è assegnata, ha alternato buone prestazioni a delusioni enormi. L’importante, comunque, per ora è esserci, qui in Egitto, come sottolinea anche il tecnico olandese Jan Versleijen giù in capo al mondo con la personale raccomandazione di Guus Hiddink, già tecnico dei Socceroos. Curiosità attorno a Kofi Danning, mezzapunta nata in Ghana, giunto in Australia a sette anni e che la federazione ha voluto a tutti i costi portare in Egitto, nonostante una serie di intoppi burocratici.
REPUBBLICA CECA – Sconfitta in finale nella scorsa edizione, la Repubblica Ceca conserva un solo elemento di quella magnifica cavalcata, Tomas Pekhart (lungo in stile Koller). Manca però quel Thomas Necid (ora al CSKA Mosca) protagonista della buona campagna nell’Europeo casalingo dell’anno scorso. Il livello medio è discreto, come in Canada, e c’è molta voglia di riscatto, soprattutto in giocatori come Mazuch, oggetto misterioso a Firenze e ora in prestito all’Anderlecht. Da seguire Jan Moravek, recentemente acquistato dallo Schalke 04, uomo assist e faro offensivo della squadra.
UNGHERIA – Finalmente torna l’Ungheria. Scomparsa dalle mappe del calcio che conta da tempo, ha ritrovato una generazione di buoni giocatori che potrà ridare un po’ di lustro ad un mito ormai impolverato. Buone prospettive e tante speranze per i ragazzi di Sándor Egervári. Ci sono anche il bresciano Varga e il reggino Kovacsik. Tre nomi. Vladimir Koman (’89 – Bari): giocatore di proprietà della Sampdoria, già prestato all’Avellino, Koman è uomo di centrocampo dalla buona creatività e dal sufficiente carisma per essere la guida di un gruppo come questo. Ci si aspetta molto dal suo futuro, questo Mondiale può essere una tappa importante. Krisztián Németh (’89 – Liverpool-AEK): è uno dei tre “reds” del team magiaro, insieme al centrocampista Simon e all’ottimo portiere Gulacsi. Németh ha buonissimo senso della porta, nell’MTK aveva la media di quasi un gol a partita. In Inghilterra è stato eletto miglior giocatore della Premier Reserves League. Benitez lo ha prestato in Grecia. Márkó Futács (’90 – Werder Brema): quasi due metri di centravanti, utile in tante situazioni di gioco, naturalmente forte di testa. Ha lasciato l’Ungheria per la Francia (Nancy), dove lo ha scovato il Werder, che lo ha già fatto esordire.
HONDURAS – Il clima di euforia che si dovrebbe vivere per il buon momento del futbol catracho è soffocato dalla pericolosa crisi politica e sociale che sta vivendo il Paese centroamericano. Il c.t. Emilio Umanzor guida una squadra che non ha potuto svolgere la preparazione adeguata a questo tipo di evento. Reinieri Mayorquín e Mario Martínez giocano in Norvegia, gli altri tutti in patria: occhio a Roger Rojas, già contattato dal Wigan ma non ancora in possesso dell’incartamento adeguata per affacciasi in Premier.
SUDAFRICA – L’under 20 del Paese che organizzerà il prossimo Mondiale ha svolto una preparazione minima per questo torneo, per una serie di complicazioni. Difficile, quindi, fare benissimo con queste premesse. Il CT Serame Letsoaka è però ottimista, proprio per l’assenza di pressione sui suoi. Attenzione ai due “olandesi” della compagnia, Kermit Erasmus (Feyenoord) e Dylon Claasen (Ajax), e a Mandla Masango, bombardiere dei Kaizer Chiefs.
Carlo Pizzigoni
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di Carlo Pizzigoni
Oggi debutto dell’Italia al Mondiale under 20. La nazionale di Rocca gioca con il Paraguay. Al via anche il gruppo B, con due favorite per la vittoria finale, Spagna e Nigeria.
ITALIA – Squadra senza le potenziali stelle. I Balotelli, i Macheda, i Santon, i Paloschi, che questo gruppo non l’hannno mai frequentato. Molto più pesante l’assenza di Poli: ragazzo cresciuto nella Samp, protagonista di un buon campionato a Sassuolo l’anno scorso e ora tornato alla base. Rocca punta su una squadra di combattimento.
Tre giocatori da seguire.
Silvio Raggio Garibaldi (’89 – Genoa): il giocatore-paradigma della squadra voluta dal CT Rocca, tutto sostanza. Letteralmente esploso all’Europeo under 19 del 2008, buonissimo in fase difensiva, sta costruendosi anche come giocatore a tutto campo (suo il gol contro la Germania nella competizione continentale di categoria)
Vincenzo Fiorillo (’90 – Sampdoria): celebratissimo, a ragione, ancor prima dell’esordio in serie A, ha combinato un mezzo disastro l’anno scorso quando nel finale di stagione Mazzarri gli ha regalato spazio. Evitiamo però di bollarlo negativamente, ha le potenzialità per diventare un grandissimo del suo ruolo.
Claudio Della Penna (’89 – Roma): che un giocatore del suo talento debba rimanere inespresso è un vero peccato. Ci rifiutiamo di credere che tutto il buono dimostrato nelle giovanili romaniste possa essere svanito d’incanto. Rocca ci crede ancora, noi con lui.
PARAGUAY – Dall’under 17 fino ai “grandi”, la squadra Guarani ormai non buca un appuntamento importante. Più o meno mantiene sempre lo stesso spirito, ed è sempre difficile da incontrare. La partita con l’Italia deciderà molto del futuro.
Tre giocatori da seguire.
Hernan Perez (’89 – Villarreal): la vera stella paraguagia all’ultimo Sudamericano sub 20, non a caso il Villarreal, società sempre attenta a questi ambiti, se l’è subito assicurato. Centrocampista con ottimi istinti anche nei sedici metri (5 gol nella competizione continentale!). Con Tacuary e Libertad ha già giocato coi “grandi”, presto protagonista anche in Europa.
Ronald Huth (’89 – Vicenza): innamoramento finito male di Rafa Benitez al Liverpool (un classico per l’allenatore spagnolo, vedi anche il caso Sissoko), ha abbandonato l’Inghilterra per la Marca Veneta, finendo nel Vicenza di Maran. In questo Paraguay è un giocatore chiave, insieme al portiere Joel Silva.
Luis Páez (’89 – Sporting Lisbona): i biancoverdi di Lisbona hanno parecchio fiuto quando si parla di giovani. Su Paez avevano scommesso forte ma ancora risultati concreti non se ne vedono. Potrebbere esplodere improvvisamente, ma qui in Egitto parte dietro l’attaccante principale: il veloce e scattante Robin Ramírez.
SPAGNA – Sempre convincenti nelle selezioni giovanili, i ragazzi spagnoli hanno smesso di vincere proprio quando i grandi hanno portato a casa l’Europeo: da quel giorno si sono susseguite una serie di delusioni ad ogni competizione dove pure le giovani furie rosse erano partite come favoriti. L’infortunio di Bojan leva al Mondiale una stella riconosciuta, ma le risorse spagnole sono infinite.
Tre giocatori sa seguire.
Sergio Asenjo (’89 – Atletico Madrid): grande portiere, il futuro del ruolo in Spagna, e il potenziale per diventare un grandissimo. Peccato per lui sia finito in quel carrozzone di matti chiamato Atletico, società senza un’idea di società.
Dani Parejo (’89 – Getafe): due anni fa avrebbero scommesso tutti su di lui. Oggi, dopo l’infelice passaggio (e scelta) del QPR è tornato in Spagna, al Getafe. Il talento madridista (fosse cresciuto al Barça, forse avrebbe avuto più chances…) non può aver perso totalmente il suo smalto, può dimostrarlo di nuovo in questo Mondiale.
Oscar De Marcos (’89 – Athletic Bilbao): partito alla grandissima, come il club basco, nella Liga, ha l’opportunità di mostrarsi al mondo in questa competizione. Davanti occhio anche a Joselu del Celta, uno dei pochi a salvarsi nel torneo continentale e attaccante fisico di buona tecnica.
NIGERIA – Come arrivano le giovani Aquile a questo Mondiale? Se la testa e lo spirito son quelli giusti, tecnicamente non stanno dietro a nessuno. Team la cui struttura è in parte formata dalla squadra che vinse due anni fa il Mondiale under 17 mostrando grandissime cose. Gioco ultraoffensivo, grazie alla capacità di corsa di tutti gli uomini della rosa, la novità è che la palla la sanno veramente giocare.
Tre giocatori da seguire.
Rabiu Ibrahim (’91 – Sporting Lisbona): talento favoloso, anche se giovanissimo. Dopo l’under 17 già citato, lo ha messo sotto contratto lo Sporting. Il fisico appare gracilino ma è tutt’altro che facile strappare la palla da quel sinistro con cui fa ciò che vuole.
Lukman Haruna ( ’90 – Monaco): altro reduce dell’under 17, altro talento da far sbavare direttori sportivi dell’élite europea, per ora si accontenta della Francia. Ha già esordito con la nazionale maggiore.
Odion Ighalo (’89 – Granada). Rappresenta, insieme ad Adejo (Reggina) e Harmony Ikande (Milan), la colonia italiana nella squadra, anche se l’Udinese l’ha prestato al Granada, squadra spagnola di proprietà dei Pozzo. Impressionò in Primavera ed ebbe qualche chance anche con Marino. Buona tecnica e forza fisica impressionante.
VENEZUELA – E arrivò l’anno in cui anche la Vinotinto diventò competitiva… Oltre alla buona nazionale maggiore, pure los ninos non se la cavano male, anzi. La sfortuna di essere capitati in un girone con due favorite potrebbe alla fine anche stimolarli, a partire dal match di oggi contro i nigeriani.
Tre giocatori da seguire.
Rafael Romo (’90 – Udinese): favolose le sue prestazioni all’ultimo Sub 20 sudamericano. L’Udinese è stata prontissima a soffiarlo a Genoa e Manchester City, le altre pretendenti. Portiere molto agile, ottimo nell’uno contro uno, Romo è apprezzatissimo in patria, dove è già stato comparato con una leggenda indigena, Gilberto Angelucci.
José Salomón Rondón ( ’89 – Las Palmas): vinta l’ostruzione del suo club, che non voleva lasciarlo partire, ha prevalso la volontà del giocatore, ambizioso il suo, di mostrarsi a un pubblico selezionato e competente. Buono in area ma anche lontano dalla stessa, ha già esordito con la nazionale maggiore.
José Manuel Velásquez (’89 – Anzoategui): altro senatore della squadra. Alto e forte fisicamente, è sempre sotto controllo in partita e sa comandare la difesa. Il Villarreal aveva provato a prenderlo subito, ammirate le prestazioni al Sudamericano di categoria, ma in Venezuela han tirato troppo la corda e l’affare è saltato.
TAHITI – Sì, esiste Tahiti. Nello spareggio, tra la sorpresa di tutti gli osservatori ha fatto fuori la molto quotata Nuova Zelanda. Non andranno lontano ma è una grande possibilità per far crescere il movimento calcistico nel Paese. I nomi? Ce ne segnalano tre: Steevy Chong, Teheipuarii Hauata e Alvin Tehau.
Carlo Pizzigoni
bardelleantille.blogspot.com

di Carlo Pizzigoni
Ci avevano raccontato che il Viareggio è la più importante manifestazione calcistica giovanile del mondo, ma le cose non stanno esattamente così. Inizia oggi il Mondiale under 20, che quest’anno si svolgerà in Egitto. Il torneo è una vera manna per appassionati di calcio (meno per i tifosi, chiaro, ma non è detto che questo sia un male), dato che raggruppa tantissimi giocatori in fase di costruzione della loro carriera: prospetti che raggiungeranno l’élite e nobili pedatori che si perderanno su strade sbagliate. C’è tutto, tanto calcio e poco chiacchiericcio. Eravamo presenti, in Canada, all’ultima edizione, dove l’Argentina, secondo pronostico,vinse abbastanza agevolmente: il capitano, poi capocannoniere della manifestazione, era il Kun Aguero, e in biancoceleste c’erano pure Mauro Zarate, Angel Di Maria, Ever Banega (a proposito di talento che si getta via), ma anche Fazio, Moralez, Piatti, Yacob… (pezzi dell’epoca, per altre info). Ecco l’Argentina è caduta in un gorgo poco spiegabile dopo gli allori del 2007 e quelli di due anni prima (comandava Leo Messi), quest’anno è rimasta fuori dalle quattro sudamericane qualificate…
Competizione per appassionati, si diceva. Però data l’accessibilità non sempre facile alle informazioni su campionati extra-europei abbiamo pensato di presentare una specie di breve guida a squadre e partite (trasmesse tutte su Sky), almeno per il primo turno. Quando ci trasferiremo sul posto, a partire dagli ottavi, relazioneremo su altro. Intanto, a voi l’onere e l’onore di trasformarvi in provetti direttori sportivi e segnalarci le vostre “scoperte”. Oggi match d’apertura Egitto–Trinidad, ore 20.
Egitto – Tanta voglia di stupire, anche a livello giovanile. Ingaggiato ad hoc il tecnico ceco Miroslav Soukup, che ha riunito i piccoli faraoni diverse volte, superando così il problema principale delle squadre nazionali e giovanili in particolare, trovando anche partite sorprendenti (2-0 alla Spagna, per dirne una). Tre nomi da seguire. Mohamed Abou-Gabal (classe: ’89 – club: ENPPI): in patria viene considerato l’unico vero erede di El Hadary, è un portiere di grandi potenzialità. Mohamed Talaat (’89 – Al Ahly): rapido e tecnico, il giovane attaccante della squadra del Cairo è la grande speranza del calcio egiziano tanto che l’Al Ahly ha avuto fretta di riportarlo in Egitto dopo che le primissime uscite a Port Said avevano spinto un club degli Emirati a sequestrarlo. Mahmoud Touba (’89 – Al Ahly): L’anima della squadra, responsabile dei tempi di gioco e dell’equilibrio in campo del 4-3-1-2 egiziano.
Trinidad e Tobago – Probabilmente oggi il miglior paese di calcio del Caribe grazie ovviamente a Jack Warner, non esattamente l’ultimo della fila quando si riunisce la FIFA. Tuttavia, nel gruppo che comprende anche Italia e Paraguay, non dovrebbe andare molto lontano, anche perché nelle partite di preparazione non sono mancate le brutte figure. Dirige Zoran Vranes, l’immancabile slavo: difesa, contropiede e qualche aiuto dall’alto. Tre nomi da seguire.
Leston Paul (’90 – University of South Florida): provino al Sunderland che poi, per i soliti problemi di permesso, non si è concretizzato in un ingaggio. E’ il più giovane in campo ma anche la stella, l’organizzatore e il cuore del T&T. Khaleem Hyland (’89 – Zulte Waregem): ha firmato con il Portsmouth ed è stato parcheggiato per questa stagione in Belgio. A 20 anni ha quasi trenta cap nella nazionale maggiore, nel Caribe puntano molto su di lui. Jake Thomson (’88 – Southampton): ex under 17 inglese, è l’ultimo arrivato tra i Soca Warriors, grazie al sangue paterno. Vranes dovrà essere bravo ad inserirlo.
Carlo Pizzigoni
(bardelleantille.blogspot.com)




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