Archivio per novembre 13th, 2008

Vecchio modo dei non lettori per darsi un tono quando vengono incastrati in discussioni pseudoletterarie: ”Caro mio, dopo Dostoevskij il romanzo è morto”. Nuovo modo, orecchiato e prontamente riciclato per giustificare la nostra ignoranza: ”Al giorno d’oggi la vera narrativa è contenuta nella saggistica”. Insomma, pur leggendo l’impossibile per noi nel 2008 prendere in mano un romanzo è una vera rarità. Con Sportswriter, di Richard Ford, non abbiamo però buttato via il tempo nonostante il triplo errore che ci ha indotto a leggerlo: credevamo fosse recente ed invece è stato pubblicato nel 1986 (l’editore italiano è Feltrinelli), credevamo di avere fatto una scoperta ed invece è un libro famosissimo, credevamo riguardasse la vita del giornalista sportivo ed invece questo mestiere è solo una delle chiavi per raccontare la visione del mondo del protagonista Frank Bascombe. Che per l’appunto lavora per una rivista di sport, occupandosi soprattutto di grandi interviste e di pezzi di analisi: insomma, una ‘firma’, dopo aver riposto senza rimpianti le ambizioni letterarie giovanili. Del romanzo colpiscono soprattutto il tono, per niente nostalgico-lamentoso, e la vita del protagonista: non il solito borghese (architetto, suonatore di oboe ma figlio di un industriale, oppure professore con l’immancabile romanzo nel cassetto) europeo chiuso in se stesso e convinto che dietro al suo rapporto con il padre (o la portinaia, o il compagno di doppio a tennis, o l’assicuratore) ci sia la spiegazione del tramonto dei valori dell’Occidente. Invece Frank Bascombe ha avuto nella vita varie disgrazie, prima fra tutte la morte del figlio, ma vive il presente senza disprezzare le certezze della middle classe del New Jersey. Casa, rapporti umani decenti, piccole manie che non degenerano, tristezza generica ma senza colpevoli diversi dalla vita stessa. Il premio Pulitzer Ford ha davvero un grande passo, regalando anche qualche perla sul giornalismo sportivo su cui torneremo.

stefano@indiscreto.it

Politica Real

Dopo l’eliminazione dalla Copa del Rey a opera della Real Union, squadra di Terza Divisione, il Real Madrid è in pieno marasma. Il tecnico Bernd Schuster, sempre più incupito nelle ultime settimane, potrebbe essere cacciato nelle prossime ore e sarebbe per lui una benevola concessione trovarsi ancora sulla panchina madridista in occasione della gara contro il Valladolid in calendario sabato. E mentre sul campo la squadra della Casa Blanca soffre, attorno alle vicende societarie si è già scatenata una battaglia d’altissima politica.
Tutto è iniziato nell’ultima decade di ottobre, quando si è sparsa la voce che l’ex primo ministro José Maria Aznar potrebbe candidarsi alla presidenza del club per le elezioni del 2010. La sua corsa potrebbe subito essere stoppata da un articolo dello statuto madridista secondo il quale per concorrere alla carica di presidente è necessario essere soci da almeno 10 anni. Aznar lo è soltanto dal 2004, dunque sarebbe necessaria una revisione statutaria ad personam. Ma è sul versante politico che l’ex primo ministro dovrà combattere le sue battaglie più impegnative, se davvero vorrà coronare il suo sogno da tifoso madridista.
Infatti, a quasi un mese di distanza dal diffondersi dei rumors, dalle file del PSOE è giunto qualcosa di simile a un fuoco di sbarramento. “Aznar candidato presidente del Real Madrid? Se proprio vuole provarci, si accomodi pure”. Così lo scorso martedì, ostentando un’indifferenza ai confini col disprezzo, Jaime Lissavetzky, Segretario di Stato spagnolo allo Sport sin dagli albori del primo governo Zapatero (2004) nonché tifoso delle merengues, ha commentato l’ipotesi. A fare da cornice all’esternazione di Lissavetzky è stato il primo appuntamento del secondo ciclo annuale dei Desayunos Deportivos, meeting conviviali organizzati da Europa Press, la principale agenzia di stampa spagnola. Incurante di avere al proprio fianco José Maria Ruiz-Gallardon, sindaco di Madrid eletto nelle liste del Partido Popular e dunque compagno di partito di Aznar, Lissavetzky ha colto l’occasione per testimoniare il proprio dissenso nei confronti di un avversario politico pronto a trasformarsi nel più ingombrante compagno di viaggio calcistico che un ministro socialista spagnolo possa augurarsi. Il rischio di dover affrontare questa peculiare coabitazione ha spinto il Segretario di Stato a sminuire pubblicamente la credibilità dell’ex Primo Ministro come aspirante alla presidenza del Real. Ma le parole di Lissavetzki sanno più di esorcismo che di realistica analisi sulle chance elettorali di Aznar.
A rafforzare i timori dell’ala progressista del tifo madridista è infatti il ticket che l’ex premier ha formato con Juan Villalonga Navarro, personaggio-chiave del cotè economico aznariano. Presidente di Telefonica dal 1996 al 2000 (anni durante i quali venne avviata la discussa privatizzazione della compagnia), membro della Trilateral, egli siede tuttora nei consigli d’amministrazione di alcune fra le principali società spagnole che operano in America Latina. In Sudamerica ha preso anche moglie: si tratta di Adriana Abascal Lopez Cisneros, Miss Messico nel 1988 e quinta classificata all’edizione 1989 di Miss Universo, nonché vedova di Emilio Azcarraga Milmo, boss del colosso televisivo messicano Televisa dal 1972 al 1997, anno della sua morte. Pur essendo tifoso dichiarato del Real, nei mesi scorsi Villalonga provò a acquistare il Valencia. Ne assunse anche la gestione per alcune settimane, lo scorso luglio, prima di rompere col maggiore azionista del club, Juan Soler. E’ stato calcolato che per il disturbo Villalonga abbia guadagnato 10 milioni di euro, oltre 700.000 per ogni giorno trascorso a capo del club. In passato l’ex presidente di Telefonica provò anche a comprare il Liverpool, poi finito nelle mani di altri avventurieri, americani. Villalonga potrebbe comunque essere un degno erede dell’attuale presidente Ramon Calderon, eletto nel 2006 al termine delle più contestate consultazioni della storia madridista e, secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo Negocio nell’edizione dello scorso 28 ottobre, evasore fiscale indefesso negli anni fra il 2004 e il 2007.

Pippo Russo
http://www.myspace.com/pipporusso
(per gentile concessione dell’autore, fonte: il Riformista di giovedì 13 novembre 2008)