Morire con Platini

Per il Saint-Etienne quella partita con il Liverpool, forse la migliore mai giocata dalla squadra di Herbin, è il canto del cigno; il campionato terminerà in modo anonimo per i Verts, nonostante l’importante vittoria in Coppa di Francia; di questa coppa, vinta in finale contro lo Stade Reims, rimane nella storia la semifinale di ritorno contro gli storici rivali del Nantes, che all’andata in casa avevano vinto 3-0; é una delle grandi notti del Geoffroy Guichard, i Verts fanno tre gol, portano la partita ai supplementari ma sono gelati da una punizione magistrale di Henri Michel; di nuovo un gol dei Verts e poi all’ultimo secondo, Hervè Revelli di testa, quasi senza accorgersi, infila Bertrand-Demanes per il decisivo 5-1 finale. In Coppa delle Coppe già al primo turno c’è Manchester United: in casa all’andata finisce 1-1 ma ci sono incidenti in tribuna causati dagli inglesi (con un morto); il ritorno (dopo che si è parlato di eliminazione a tavolino per gli inglesi) si gioca a Plymouth e finisce con un 2-0 secco per i Red Devils. Purtroppo Herbin inzia a litigare con diversi giocatori: Larquè se n’è già andato al PSG non senza polemiche (lo seguiranno Bathenay e Rocheteau un paio d’anni dopo, ma non saranno i soli a partire), e la politica dei giovani tanto cara a Rocher e Garronaire (ultime scoperte la mezzala Larios e gli attaccanti Zimako e Roussey) lascia spazio ad un mercato di grandi, e costosi, nomi come Lacombe, Johnny Rep e soprattutto Michel Platini (estate 1979) che una piazza tutto sommato modesta come Saint-Etienne non si può però permettere. Proprio con il 24enne Platini il Saint-Etienne inizia la Coppa Uefa 1979-80; una tripletta di Rep regola il Widzew Lodz del giovane Boniek, mentre al secondo turno il “solito” PSV Eindhoven vince in casa per 2-0 la gara di andata; incredibilmente però il risultato viene ribaltato con tre gol nei primi 5 minuti (Larios, Platini e Santini), e la partita finisce in goleada 6-0. Negli ottavi l’Aris Salonicco viene liquidato in casa facilmente ma nei quarti il Borussia Monchengladbach del diciannovenne Lothar Matthaus si abbatte come un tornado sul Geoffroy Guichard segnando 4 gol già nel primo tempo. L’ultimo sussulto della squadra di Herbin, che dei tempi d’oro ha mantenuto i soli Janvion, Lopez e Santini, è la vittoria del campionato 1980-81; quell’anno in Coppa Uefa ai Verts riesce un clamoroso exploit in casa dell’Amburgo (0-5) ma vengono eliminati poco dopo dai futuri vincitori dell Ipswich Town di John Wark (1-4 in casa). La Coppa Campioni 1981-82 finisce subito al primo turno contro la Dinamo Berlino, e qui la l’epopea si interrompe: in maggio Platini viene ceduto alla Juventus e poco tempo dopo la squadra si sfalda (Herbin lascia nel gennaio 1983), complice anche un’accusa per fondi neri a Rocher che porterà il Saint-Etienne alla retrocessione in seconda divisione; da questo momento i Verts cessano di essere una squadra di primo livello sul palcoscenico calcistico francese ed europeo. Termina così la grande avventura di una delle squadre più affascinanti della storia, che solo la sfortuna ha tenuto fuori dall’albo d’oro delle coppe; noi siamo però convinti che l’eredità lasciata, sia dal punto di vista tattico, con le geniali innovazioni portate da Herbin, che dal punto di vista delle impagabili ed irripetibili emozioni regalate ai tifosi, collochi di diritto il Saint-Etienne nell’olimpo dei grandi club che hanno fatto la storia del calcio europeo, e Rocheteau, Piazza, Bathenay (ma non solo loro…), nel novero dei pù grandi campioni di tutti i tempi.

Carlo Maerna
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